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dai GIORNALI di OGGI

Tremonti: "Bond Ue per i piani di sviluppo"

2009-01-30

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Dalessandro Giacomo

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REPUBBLICA

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L'UNITA'

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2009-01-30

 

Le pensioni e il welfare sotto il mirino di Tremonti

di Bianca di Giovanni

Il governo chiede alle Regioni 2,6 miliardi di fondi europei, a cui lo Stato aggiungerà altri 5 miliardi. Il tutto per finanziare il pacchetto di ammortizzatori necessari a fronteggiare l’emergenza. È il contenuto del documento inviato ieri mattina ai governatori. Poche ore, e da Davos dove il ministro dell’Economia è in visita arriva l’altro annuncio, lasciato filtrare ai giornalisti. Servono riforme delle pensioni e del welfare. Quanto basta per far esplodere l’ennesima polemica, mentre il paese va a rotoli. Tra le amministrazioni locali serpeggia il nervosismo. Pronte a collaborare, certo, ma non a scatola chiusa. Chiedono chiarezza, ma i dati e le vere intenzioni dell’esecutivo non si conoscono ancora. I timori? Che alla fine a pagare saranno soprattutto loro, con un abile gioco di voci di bilancio.

TAVOLO

Per questo la Conferenza delle Regioni ha chiesto un tavolo tecnico-politico per lunedì. "Vogliamo che ci siano Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi, e che rispondano alle nostre domande", spiega Vasco Erranni. Domande decisive. "Primo: da dove verranno reperiti i 5 miliardi dello Stato - elenca Errani - Su questo non accettiamo partite di giro, né ulteriori sottrazioni di risorse. Secondo: cosa si chiede di fare alle Regioni? Sanno o no i signori del governo che la Commissione europea ci ha impedito di utilizzare il Fondo sociale per le casse integrazione? Con quelle risorse possiamo attivare solo politiche attive (per esempio formazione), altrimenti le perdiamo. Terzo: come procedere con le risorse disponibili? Non possiamo utilizzare i fondi già programmati, perché i tempi sono stretti e per riprogrammare passano mesi". Insomma, i nodi sono molti e il governo non sa, non risponde, non spiega (a parte i proclami in Tv). Un tecnico definisce l’incontro dei governatori con il ministro Raffaele Fitto "imbarazzante". "Non sapeva cosa dire, non ha fornito alcun chiarimento richiesto", spiega.

ATTACCO DEL PIEMONTE

"Le cifre sulla crisi dicono che ovunque ormai è allarme rosso, ma il governo brancola nel buio - dichiara Mercedes Bresso, presidente del Piemonte - Da noi per la cassa in deroga nel 2009 serviranno circa 120 milioni, ai quali ne vanno aggiunti almeno altri 50 per il sostegno dei precari. Il governo chiede alle Regioni di collaborare ma di suo non mette un euro". Anche Niki Vendola (Puglia) non fa sconti. "Da ottobre le Regioni dichiarano la propria disponibilità a condividere il peso della crisi economica - dichiara - ma assistiamo a giri di valzer del Governo che è in uno stato confusionale". A questo punto "non vogliamo che il governo scarichi su di noi il ritardo", aggiunge Errani.

TIMORI SUI SOLDI

Da dove arriveranno quei 5 miliardi nazionali? Molte tracce portano al Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate), che ancora ha una ricca dotazione. Ma - piccolo problema - solo sulla carta. perchè per cassa quel fondo è stato già utilizzato per spese di tutti i tipi. la cassa è vuolta fino al 2010, quando la crisi sarà passata. Ma come si pagano casse integrazioni e indennità di disoccupazione con fondi che non ci sono realmente, ma solo "astrattamente" sul bilancio (in gergo, sono di competenza)? Semplice: si sottraggono risorse alla cassa di altri fondi, che verranno rifinanziati più tardi. Ma in questo gioco di cassa e competenza, le Regioni rischiano di dover pagare tutto.

ANNUNCI

In questo vuoto di cifre e di certezze, tremonti annuncia a Davos che il piano italiano di sostegno all'economia conta complessivamente 40 miliardi di euro, che sono "oggettivamente veri, già in bilancio" ed è equivalente a quello tedesco da 80 miliardi, il cui "importo reale è molto inferiore a quello nominale". Il ministro non entra in dettaglio, parla solo di "vari interventi previsti". Per ora a dirla proprio tutta si sono visti solo tagli. E risorse per i poveri - come il bonus e social card - che saranno stornate, visto che è troppo difficile ottenere quei benefici.

30 gennaio 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-30

Tremonti: "Bond Ue per i piani di sviluppo"

di Vittorio Da Rold

30 gennaio 2009

Altri 8 miliardi per il piano italiano

Banche: la Bce non alzerà i parametri prudenziali

Secondo il ministro il sostegno all'economia "conta complessivamente 40 miliardi di euro", che sono "oggettivamente veri, già in bilancio"

"L'ipotesi di una bad bank, cioè di un veicolo che assorba gli asset tossici delle banche si può fare, ma a condizione che non sia a pagamento, non vengano usati i soldi dei contribuenti. Questo perché non è la scelta giusta, ma una scelta di necessità. Sto pensando a un meccanismo di segregazione, o meglio di sterilizzazione, che possa avere un effetto di trasparenza, senza pagare con i soldi dei cittadini che devono essere usati per tutelare il risparmio delle famiglie e le industrie del Paese". Con queste parole il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha spiegato, prima ai partecipanti del World Economic Forum a Davos e poi in conferenza stampa, la sua personale visione per contrastare la crisi, che ha origine "nella finanza anarchica".

"La sterilizzazione dei toxic assets è l'unica via possibile perché la massa di derivati non è finanziabile da nessuno, nemmeno dallo Stato", ha chiarito in dettaglio il responsabile di via Venti settembre. Il Tremonti-pensiero è lineare nel suo sviluppo, che ha come postulato il fatto che l'origine del "male sta nella finanza senza regole e nei bilanci falsi che hanno afflitto l'economia reale negli ultimi anni". Per salvare la situazione ("Sì certo, mantenere la coesione sociale e salvare le manifatture, sono mosse importanti ma non risolutive") occorre rilanciare l'idea "dell'euro bond o meglio di bond dell'Unione", cioè titoli garantiti dall'Unione europea che "resta la soluzione alla crisi".

Una vecchia idea lanciata da Delors, che durante la presidenza italiana della Ue del 2003 venne bocciata dai veti incrociati di tedeschi (non volevano più debito) e dagli inglesi (timorosi che fosse la porta per un bilancio europeo), ricorda Tremonti. Ora i tempi sono maturi per una svolta che porterà l'Unione ha un nuovo traguardo: così, dopo le istituzioni comuni e la moneta, avremo gli euro-bond per finanziare le infrastrutture europee. Insomma, un'altro passo avanti dell'Unione europea.

Poi ci sono le azioni di stimolo all'economia varate dai singoli Paesi europei: "Se contabilizziamo i vari piani approvati del Governo italiano si arriva a quaranta miliardi di euro complessivi". Come si totalizza questa cifra così elevata? "Basta sommare i 6 miliardi di riduzioni previsti nel decreto Irap, i 16 miliardi destinati alla costruzione di infrastrutture e riforma del Cipe, con relativo blocca-ricorsi al Tar per i cantieri avviati, i 10 miliardi di finanziamenti alle imprese e bond bancari, gli 8 miliardi per la riforma degli ammortizzatori sociali: totale quaranta miliardi, cifra compatibile con la situazione del debito italiano, senza contare anche gli investimenti che la società Autostrade si è impegnata ad effettuare. Una somma equivalente agli 80 miliardi tedeschi, il cui importo reale è molto inferiore a quello nominale". Il ministro ha anche rilevato che nel piano tedesco molte delle operazioni previste riguardano garanzie e "non sono di spesa pubblica".

Poi Tremonti non ha perso l'occasione per una piccola polemica: dopo aver rassicurato sulla solidità del sistema bancario italiano ("Solo poche conoscono l'inglese, sono abbastanza tradizionali, nel senso che non hanno fatto speculazioni spericolate"), ha dato una una stoccata a chi gli chiedeva se fosse preoccupato del differenziale dei titoli pubblici italiani rispetto a quelli tedeschi: "Se prendiamo come parametro non solo il debito pubblico ma l'indebitamento privato, la situazione dell'Italia migliora enormemente rispetto a Paesi che hanno finanziato la crescita passata con debito dei privati nell'immobiliare (da cui la bolla del real estate) o del credito al consumo o dei mutui subprime", spiega il ministro che siede sul palco accanto al presidente della Bce Jean-Claude Trichet. Tremonti tocca anche le questioni interne: "Sappiamo di avere bisogno di riforme strutturali: il Welfare e le pensioni sono da riformare".

Poi passa alla fase operativa per riorganizzare l'architettura finanziaria del futuro. La presidenza italiana del G-8, appena iniziata a gennaio, ha già messo in cantiere due idee-forti: la prima riguarda la riforma dei "legal standard", cioè la preparazione di nuovi strumenti giuridici universali (contratti, limiti di accesso ai paradisi fiscali, quadri normativi) che facciano uscire il sistema finanziario dall'"anarchia attuale e lo facciano tornare al capitalismo glorioso". "Cio che serve in realtà non è più capitale ma più regole e per questo la presidenza italiana del G-8 in collaborazione con il G-20 lavorerà in questa direzione", chiosa il ministro. che illustra anche la seconda idea forte: la detax, cioè un sistema fiscale che permetterà di destinare parte della quota dell'Iva di un acquisto a una Ong che lo destini a sua volta a opere di assistenza ai Paesi più poveri del mondo. .

 

 

 

 

 

 

 

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